Vittorio Besso

Vittorio Besso

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Data nascita07-10-1828
Data morte03-04-1895
Luogo nascita:Pralungo
Luogo morte:Biella
Fondi collegatiBESSO, VITTORIO;

Figlio di Bartolomeo e di Anna Zerbino, Vittorio frequenta all’età di 13 anni la scuola di pittura di Grenoble seguendo le orme del nonno materno, Matteo Zerbino di Callabiana, allievo e collaboratore di Bernardino Galliari, celebre scenografo di Andorno.

Con il fratello Vincenzo, professore presso l’Accademia Albertina, colleziona disegni di grandi artisti del tempo, arrivando a possedere una collezione di oltre duemila opere, tra originali e riproduzioni, ricordata anche nei due cataloghi di fotografie pubblicati da Vittorio Besso nel 1881 e nel 1893. Le riproduzioni fotografiche di questi disegni, tra le altre cose, gli valgono i primi riconoscimenti pubblici e la partecipazione alle maggiori Esposizioni artistiche dell’epoca.
A partire dagli anni ’50 i due fratelli si recano spesso in Francia con l’obiettivo di acquistare attrezzature fotografiche, compiere delle ricognizioni negli ateliers professionali e apprendere le prime basi della fotografia.
Nel 1859 Vittorio, grazie anche alle indicazioni di Giuseppe Venanzio Sella, autore del Plico del fotografo, apre il primo studio fotografico a Biella, nel rione Riva, in Via Umberto 88; qui Besso realizza diverse decine di ritratti e, al contempo, inizia a perlustrare e a documentare attraverso le fotografie le regioni limitrofe: dapprima le montagne biellesi, poi quelle del Canavese e della Valle d’Aosta.
Dedica interi reportages ai castelli della Valle d’Aosta, ai luoghi di caccia del Re, alla Valsesia, concentrando il proprio interesse soprattutto verso le opere di innovazione tecnica, quali le miniere, i moderni procedimenti estrattivi, le ferrovie, i viadotti, i ponti e le stazioni; grazie a quest’opera di documentazione del progresso, nel 1880 Besso ottiene dal Re l’onore di fregiare l’insegna del proprio studio con lo stemma reale.
Contemporaneamente si specializza nel ritratto di gruppo, come quello realizzato nel 1863 della Società dei Tessitori in Lana del Circondario di Biella, in cui ritrae ben 620 persone in un unico scatto. L’anno successivo, in virtù del merito conseguito, viene incaricato da Quintino Sella di ritrarre i partecipanti al congresso della Società Italiana di Scienze Naturali, tenutosi a Biella.
Nel 1868 esce il primo album con la riproduzione di disegni realizzati da diversi autori italiani; il volume, conservato alla Biblioteca Civica di Biella, reca in copertina l’iscrizione “Album artistico ossia raccolta di 326 disegni autografi di valenti artisti italiani fra gli autori che primeggiano in quest’opera sono: Galliari, Vacca, Sevesi, Barelli, Salvator Rosa, Apiani, Perego, Morgari, Bibbiena, Vinea, Cineroli, Tiepoli, Rapus, Harthman, ecc. Questi autografi vennero raccolti e fotografati per cura del fotografo Besso Vittorio da Biella. Questa raccolta verrà alla luce per mezzo di una associazione al prezzo di centesimi 60 cadun Esemplare, per gli abbonati. Le tavole separate centesimi 80 caduna. Album primo, Biella 1868”.
A partire dall’inizio degli anni ’60 dell’Ottocento partecipa alle diverse Esposizioni nazionali ed internazionali. Nel 1873 Besso presenta all’Esposizione Universale di Vienna una raccolta di più di mille riproduzioni di bassorilievi e di disegni di artisti più o meni noti, premiata non solo in questa occasione, ma anche nell’Esposizione di Parigi del 1878, ottenendo anche il diploma d’onore del Collegio Centrale di Wüttenberg.
Nel 1875 realizza un panorama di Biella in otto riprese dal parco di San Gerolamo e nel 1879 presta a Vittorio Sella la sua camera oscura a telaio per la prima riproduzione dell’arco alpino dal Monte Mars.
Negli anni ’80 dell’Ottocento, Besso realizza in Sardegna due importanti reportages, uno dedicato all’industrializzazione mineraria dell’Iglesiente, l’altro alla costruzione dei 600 chilometri delle Ferrovie Secondarie Sarde.
Nel 1881 pubblica il suo primo catalogo fotografico, al quale ne segue un altro nel 1893, totalmente aggiornato con l’inserimento delle riproduzioni fatte in Sardegna, il cui tema privilegiato sono le opere di ingegneria quali ferrovie, ponti e gallerie, atte a dimostrare il progresso apportato dal regno sabaudo in gran parte dell’isola.
Dopo la sua morte nel 1895, il figlio Umberto subentra nella gestione dello studio e ne trasferisce l’attività ad Imperia, mentre a Biella il suo allievo Simone Rossetti ne apre uno in Via Umberto 59, dando vita ad una nuova dinastia di fotografi, che sarà attiva a Biella e nel Biellese per oltre un secolo.